Chi è stato bambino nei primi anni ’70 ricorda Ornella Vanoni in quel tempo come una bellissima ragazza dalla voce più grande e complicata di lei. Così chic da risultare persino snob, nonostante le tante ‘canzoni della Mala’ in repertorio.
Quella voce unica si è spenta ieri, nella sua Milano: Ornella Vanoni aveva 91 anni, vissuti con coraggio e fragilità ma sempre guardando avanti.
E alla fine superando la sua timidezza con l’ironia libera che spesso, alle donne molto belle, arriva in dono con l’età che passa.
Vanoni è stata molto di più di quella sottile musa così amata da Strehler. Nella sua lunga vita ha amato imparare cose nuove, ha attraversato stili musicali diversi, cantato coi più grandi interpreti del nostro tempo.
E ha anche frequentato gli ippodromi: da bambina, figlia della buona borghesia imprenditoriale milanese, la mamma la portava alle corse a San Siro.
«Ho a casa una foto scattata all’ippodromo del galoppo» ricordava Vanoni nel 2010 alle scuderie Grizzetti Galoppo. «Ero una bambina e avevo un grande fiocco bianco in testa. Ricordo come mia mamma mi ci portasse perché allora le corse erano un evento chic. Oggi sono qui solo per amore dei cavalli: come si fa a non innamorarsi di questi animali?».
L’occasione per questa chiaccherata era stata la consegna da parte di Bruno Grizzetti di una puledra PSI di 2 anni, Bending Bal, a Vanoni che ne diventava così proprietaria e madrina.
Bending Bal baia, figlia di Refuse to Bend e Baladewua (Monsun, il nonno materno).
Nata nel 2008, era stata allevata dai marchesi Guglielmi all’Azienda Agricola Sant’Agostino e Vulci.
Con i colori di Ornella Vanoni (blu e verde, a confermare lo chic della signora) Bending Bal ha partecipato a 24 corse, vincendo qualcosa di più di 25.000 Euro in carriera. Sembra abbia avuto un unico puledro, Stormy Bending, da Storm Mountain nel 2015.
In una recente puntaata di Che Tempo Che Fa, dove era spesso ospite, Vanoni aveva detto: «Adesso scelgo il vestito, la bara deve costare poco perché devo essere bruciata. Poi buttatemi in mare, quello che vi pare… Mi piacerebbe Venezia, fate come volete. Il vestito ce l’ho, è di Dior. Poi ho chiesto a Paolo Fresu di suonare durante il funerale».
E al Corriere della Sera, nel 2024: «Il teatro Lirico l’hanno dedicato a Gaber, le due sedi del Piccolo a Strehler e a Grassi, la Palazzina Liberty a Fo e a Rame, lo Studio alla Melato. Per me non è rimasto niente. Per questo rivolgo un appello al sindaco Sala: mi dedichi un’aiuola in centro. La voglio da viva. Adesso. ‘Aiuola Ornella Vanoni, manutenuta da lei’. Me ne prenderei cura di persona. Pianterei fiori e pomodori».
Arrivederci, signora Vanoni: ci mancherà tanto la sua ironia, così piena di grazia.
La fonte delle citazioni di Ornella Vanoni è Open, qui.
























